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INTERVISTA AL DOTT. ROMOLO APPOLLONI, RESPONSABILE OSPEDALE S. EUGENIO

Intervista a cura di Amedeo Lucente

 

Ospedale S. Eugenio,  Responsabile Dott. Romolo Appolloni 

(16 + 2 interventi di cataratta su due sale chirurgiche, Sala A e Sala B; dibattito in due Aule, Aula B e Aula C, coordinate da 10 Presidenti, 10 Moderatori e 30 Panelisti).

Chirurghi: Maria Luisa Carella, Alessandro Mularoni, Matteo Sacchi, Tommaso Candian, Luca Razzano, Pietro Talli, Michele Bellino, Angelo Balestrazzi, Ettore Destro, Antonio Spinelli, Luca Gualdi, Ginevra Adamo, Luigi Baglioni, Luca Gualdi, Michele Marino, Claudio Savaresi + 2 specializzandi.

Descrizione introduttiva da parte del Responsabile sulle camere operatorie, le dotazioni strumentali, i pazienti scelti per la live surgery, i chirurghi che opereranno, l’organizzazione complessiva della diretta.

 

1) Guardando il programma della live surgery che hai predisposto dalle Sale Operatorie del S. Eugenio uno spontaneo brivido di timore viene avvertito in modo spontaneo per la complessità generale del prospectus chirurgico; è un’impressione più che legittima. Vuoi illustrarci la complessità organizzativa di questa live surgery e come hai predisposto la relativa safety? 

La preparazione di una live surgery comporta un livello di complessità organizzativa elevatissimo, poiché si tratta di coordinare simultaneamente attività cliniche, logistiche e tecnologiche. La sicurezza del paziente rimane l’elemento cardine di tutto il processo. Per questo, la pianificazione è stata sviluppata in più fasi: definizione dettagliata del programma operatorio, scelta accurata dei casi clinici e delle tecnologie da utilizzare, e predisposizione di protocolli condivisi di safety intraoperatoria.

Ogni passaggio è stato validato con il contributo del personale medico, infermieristico e tecnico, garantendo la piena tracciabilità delle procedure e la ridondanza dei sistemi critici. L’integrazione tra le due sale operatorie, la presenza di un team di back-up e la supervisione costante del coordinatore chirurgico e anestesiologico hanno assicurato la massima sicurezza anche nel contesto di una diretta live, in cui i tempi e i flussi di comunicazione devono rimanere impeccabili.

 

2) I chirurghi impegnati sono tutti colleghi di primissimo piano; movimenteranno la mattinata e il pomeriggio di venerdì 7 novembre dalle due sale chirurgiche a disposizione per questa articolata diretta. Apparentemente la cataratta sembra un intervento ripetitivo, ormai standardizzato. La varietà delle strumentazioni e la scelta di lentine non tradizionali tuttavia evidenziano che la cataratta non è più un intervento così scontato e rutinario. Vuoi esporci, partendo dai casi operatori scelti, le peculiarità chirurgiche e rifrattive dell’attuale chirurgia della cataratta, le tecniche impiegate e le attese performance visive?

La chirurgia della cataratta, pur essendo oggi un intervento altamente standardizzato, ha conosciuto una profonda evoluzione sia nelle tecniche sia nella filosofia operatoria. I casi selezionati per la live surgery riflettono questa evoluzione: si passa da approcci microincisionali, che riducono il trauma e migliorano la stabilità corneale, a procedure refrattive avanzate che mirano non solo alla rimozione della cataratta, ma anche alla correzione personalizzata dei difetti visivi preesistenti.

L’introduzione di lentine intraoculari (IOL) di nuova generazione – toriche, multifocali, EDOF – consente di ottenere performance visive eccellenti, con un grado di indipendenza dagli occhiali sempre maggiore. L’uso di piattaforme di guida digitale, sistemi di imaging intraoperatorio e facoemulsificatori di ultima generazione ha reso l’intervento più preciso e riproducibile. Tuttavia, resta fondamentale l’esperienza del chirurgo, che deve saper calibrare ogni scelta tecnica in base alle caratteristiche biometriche e funzionali del singolo paziente.

 

3) L’atto chirurgico è sempre il momento più importante, anche nell’intervento di cataratta. La svolta rifrattiva permessa dalle nuove tecniche chirurgiche e, soprattutto, la possibilità di scegliere nuove ottiche per le IOL, determinano un approccio molto più accurato e selettivo rispetto agli anni passati. Inoltre, le tante possibilità di privilegiare una visione “continuous field range” per lontano e per vicino senza discontinuità, impone implementazioni tecnologiche sui microscopi ed esami strumentali pre-operatori sempre più meticolosi e complessi. Vuoi riferirci il tuo parare e delineare, per grandi linee, quali sono gli orientamenti della moderna chirurgia della cataratta?  E come i giovani devono prepararsi ad affrontare queste nuove sfide?  

La chirurgia della cataratta moderna si muove oggi verso una dimensione sempre più refrattiva e personalizzata. L’obiettivo non è soltanto restituire trasparenza al cristallino, ma ottimizzare la qualità visiva complessiva, sia per lontano che per vicino, attraverso l’impiego di IOL ad ampio range di profondità di fuoco e lenti premium di nuova concezione. Questa evoluzione impone l’utilizzo di strumenti di analisi e microscopia sempre più sofisticati, oltre a una conoscenza approfondita dei principi ottici e dei parametri biometrici.

Per i giovani chirurghi, la sfida principale è duplice: da un lato, acquisire padronanza delle tecniche di base con rigore e gradualità; dall’altro, formarsi all’utilizzo delle nuove tecnologie, sviluppando una mentalità analitica e una capacità di decisione intraoperatoria consapevole. Solo attraverso percorsi formativi strutturati, tutoraggio esperienziale e simulazione avanzata sarà possibile garantire un ricambio generazionale all’altezza delle sfide future, in un contesto dove la precisione refrattiva e la sicurezza del paziente rappresentano i due pilastri fondamentali

 

 

 

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