AlmaLaurea 2025, bene l’occupazione per i laureati in Medicina
Secondo i dati del Rapporto, le discipline medico-sanitarie spiccano per numero di laureati, migliori esiti occupazionali e retribuzioni più alte.
A cinque anni dal conseguimento del titolo lavora il 92,8% dei laureati triennali e quasi il 90% tra i magistrali. I laureati magistrali a “ciclo unico”, come Medicina e Chirurgia, si distinguono per essere spinti maggiormente da motivazioni sia culturali, sia professionalizzanti (57,4%). Per i laureati dei gruppi medico-sanitario e farmaceutico in media retribuzioni superiori (+305 euro mensili netti) rispetto ai loro colleghi di altre discipline. Nella scelta della facoltà pesano fattori culturali e prospettive di lavoro.
È uno dei tanti dati emersi dall’ultimo Rapporto, giunto alla XXVII edizione, sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati, presentato il 10 giugno all’Università degli Studi di Brescia dal consorzio AlmaLaurea, che rappresenta ben 82 atenei italiani su poco meno di cento. L’indagine - realizzata a uno, tre, e cinque anni dal conseguimento della laurea - restituisce un’ampia fotografia dell’inserimento nel mercato del lavoro dei laureati, delle caratteristiche del lavoro trovato, tra cui la professione e la retribuzione, e dell’utilizzo delle competenze acquisite durante il percorso di studi. Il rapporto, che ha coinvolto oltre 305 mila laureati del 2024 per il profilo e circa 690 mila di 81 atenei per la condizione occupazionale, fotografa un miglioramento generale nei livelli di occupazione, nella qualità dei contratti di lavoro e nella retribuzione sia per i neolaureati sia per quanti si sono inseriti nel mercato del lavoro da più tempo. Le discipline dell’area medico-sanitaria e farmaceutica si distinguono per solidità dei percorsi, facendo registrare la più bassa incidenza di disallineamento tra studi e lavoro svolto.
Migliorano invece le retribuzioni nette mensili che si attestano a 1.488 euro (+3,1% in termini reali rispetto al 2023) per i laureati magistrali a un anno dal titolo, mentre aumentano a 1.847 euro a cinque anni, con i valori medi per la disciplina medica che sono più alti in rapporto alle serie storiche. In media retribuzioni superiori per i laureati dei gruppo medico-sanitario e farmaceutico (+305 euro mensili netti) rispetto a neolaureati di altri ambiti disciplinari.
Il rapporto rileva anche differenze sostanziali per territorio, con retribuzioni maggiori per chi lavoraal Nord rispetto a chi è occupato nel Mezzogiorno o al Centro. Ma qui incide anche il costo della vita, differente per area geografica. È soprattutto tra i laureati che lavorano all’estero però che il vantaggio retributivo si accentua maggiormente, con retribuzioni più alte (+54,2%) rispetto a quelle di chi è rimasto in Italia. Il rapporto evidenzia anche la crescita dei tirocini curriculari, con il 61% dei laureati, e la propensione allo spostamento per motivi di studio.
L’indagine fotografa inoltre come, con il trascorrere del tempo dal conseguimento della laurea, migliorano le valutazioni sulle caratteristiche del lavoro svolto e sull’efficacia del titolo. Si conferma inoltre la forte connotazione ereditaria delle lauree giuridiche e mediche: tra i laureati in medicina il 41,2% ha almeno un genitore laureato nello stesso ambito disciplinare. Infine, tra i principi ritenuti prioritari nella scelta occupazionale ricopre notevole importanza l’acquisizione di professionalità (+16,5%) e la coerenza con il titolo di studio.
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