Ottici optometristi potrebbero entrare nel Piano Sanitario Regionale Lombardo, gli oculisti non ci stanno
Dura lettera di Associazione italiana medici oculisti, Società italiana di scienze oftalmologiche e Società oftalmologica lombarda al Consiglio regionale, dopo la presentazione dei due Odg al Piano sanitario che coinvolgono gli ottici optometristi in attività che sarebbero finalizzate a contribuire alla riduzione delle liste di attesa pubbliche
Il 25 giugno scorso sono stati discussi due ordini del giorno (rispettivamente il 642 e il 555) che vanno a integrare il documento finale del Piano Socio Sanitario Lombardo e che potrebbero dare la possibilità agli ottici optometristi di svolgere “prime visite oftalmiche” e “attività di screening oculistico nell’ambito delle malattie oculari e teleoptometry” in modo da ridurre i tempi e liste di attesa nell’erogazione dei servizi e delle prestazioni ai cittadini, garantendone l’accesso secondo le indicazioni nazionali e il rispetto dei LEA e incrementare la capacità di risposta avvalendosi di strutture capillari sul territorio, come centri ottici e farmacie. In particolare, recitano i due odg, l’aumento della capacità erogativa si vede necessaria in quei pazienti con situazioni croniche che hanno bisogno di prestazioni programmate e che a causa dell’attesa potrebbero veder peggiorata la loro situazione. “Si tratta sicuramente di un altro passo molto importante per la nostra categoria, giunto dopo oltre dieci anni di grande lavoro da parte di Renzo Zannardi, ex Presidente di Federottica Lombardia, che ho sempre affiancato in questi anni”,ha commentato in una nota Gabriella Pagani, Presidente di Federottica Lombardia. “Insieme oggi raccogliamo i frutti di decine di incontri in Regione, continue relazioni con tutte le parti politiche per ottenere un’approvazione la più larga possibile, incontri pubblici pre-elettorali e convegni sempre in Regione Lombardia”. Pagani ha inoltre affermato a B2EYES che le competenze degli ottici optometristi lombardi rimarranno esclusivamente nell’ambito tecnico e che gli obiettivi andranno valutati nell’arco temporale previsto dal Piano Socio-Sanitario Regionale, quindi entro il 2028. “Le liste d’attesa in ambito oculistico oggi sono alimentate dal fatto che esiste un codice unico per la visita oculistica: con il primo dei due Odg l’auspicio è ripartire i codici in base alle specifiche esigenze del paziente, con la possibilità di coinvolgere i centri ottici per quanto riguarda la misurazione della vista ed eventuali test di prevenzione visiva con invio della documentazione, senza diagnosi alcuna, all’oculista, anche attraverso la telerefertazione”, ha aggiunto Pagani. “Per quanto riguarda invece il secondo Odg, cioè la possibilità di attivare progetti sperimentali finalizzati all’accreditamento o a convenzioni, è fondamentale il coinvolgimento della classe medica”.
La classe medica però non ci sta. I Presidenti di S.I.S.O., AIMO e S.O.L., rispettivamente il Professor Teresio Avitabile, la Dottoressa Alessandra Balestrazzi e il Professor Giovanni Staurenghi, hanno risposto con una lettera indirizzata alle autorità del Consiglio Regionale Lombardo, ribadendo che “gli ottici optometristi presenti nei centri ottici non possono effettuare “prime visite oftalmiche” e nemmeno “attività di screening oculistico” nell’ambito delle malattie oculari; inoltre operatori privati, come ad esempio gli ottici/optometristi, ecc..., non possono essere coinvolti nell’effettuazione di fondamentali prestazioni quali “la prima visita oculistica”, soprattutto qualora, come ipotizzato, possa essere presente un rischio evolutivo della patologia per i cittadini, ovvero per coloro che, in presenza di patologie croniche, necessitano di prestazioni programmate con cadenza predefinita dal Piano Assistenziale Individualizzato (PAI)”. Nella lettera, i tre Presidenti proseguono specificando che queste competenze sono esclusive del medico specialista in oftalmologia e che “ove dette prestazioni mediche fossero rese da personale privo delle necessarie autorizzazioni abilitative all’esercizio della professione medica, nello specifico e peculiare campo oculistico-oftalmologico, si potrebbe ben configurare, a carico dell’agente operatore, un evidente esercizio abusivo della professione medica”. Avitabile, Balestrazzi e Staurenghi hanno infine invitato le autorità a non approvare, neanche in futuro, i due ODG in oggetto che si pongono in contrasto con la primaria tutela del diritto alla salute dei cittadini.
Dalla parte dei medici oculisti si è subito schierato l’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Milano che ha offerto “non solo tutta la nostra solidarietà ai medici oculisti, dopo aver letto la loro lettera in cui si contesta - giustamente - il contenuto delle proposte presentate in consiglio, ma anche supporto legale e costituendosi parte civile. Su questo l’Ordine dei medici non farà sconti a nessuno, bloccando le attività illegali e chiamando le forze dell’ordine". La preoccupazione del Presidente dell’Ordine meneghino Roberto Carlo Rossi è che dei consiglieri regionali abbiano votato degli ordini del giorno senza nemmeno porsi il problema di cosa stessero facendo e che le proposte costituiscono un reato che viola il Codice penale. “Non dimentichiamoci inoltre”, ha concluso Danilo Mazzacane, oculista e referente della medicina area strategica del territorio per l'OmceoMi “che, come Ordine, tuteliamo prima di tutto la salute dei cittadini, non tanto le categorie in sé. In questo caso le due cose vanno più a braccetto che mai".
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