di Amedeo Lucente
Dando uno sguardo agli scenari della nostra vita associativa, il 2024 sarà un anno di svolta, di grandi ed importanti decisioni. Tante sono infatti le istanze, tante le prospettive di sviluppo messe in campo che possiamo condividere per percorrere insieme il virtuoso processo di unificazione che la nostra Oftalmologia ha ormai decisamente, con coraggio, intrapreso.
Ogni passaggio storico testimone di una fusione di popoli e condivisione di realtà associative acquista maggiore importanza e risulta foriero di positivi cambiamenti se da tutti è condiviso, quando si attua con piena partecipazione delle parti in causa, e la maggioranza degli interessati vive in prima persona i momenti della trasformazione.
Il termine democrazia deriva da démos popolo e krátos potere, governo del popolo. E’ la forma di gestione della cosa pubblica dove la sovranità è esercitata dalle persone che di quel popolo fanno parte. Tra tutte le possibili forme di governo la democrazia è sicuramente la governance che privilegia la maggiore partecipazione, la più estesa corale condivisione.
Essa si associa, nell’immaginario comune, ad una forma di governo statale. Tuttavia interessa e riguarda anche e, in modo diffuso, le persone che sentono la necessità di associarsi, che intendono condividere il loro percorso, nel nostro caso la vita professionale. Tratto comune ed imprescindibile delle democrazie è il modo in cui vengono prese le decisioni: la maggioranza decide; la sovranità è in mano agli associati. Il concetto di democrazia ha subito nei secoli molti travagli interpretativi. Non sempre è stata giudicata positivamente. Platone e Aristotele ritenevano la democrazia non idonea al governo dei popoli. Polibio, storico dell’antica Grecia, la giudicava invece come una forma di governo possibile tra monarchia e aristocrazia. Stigmatizzava come negative la tirannide, l’oligarchia e, più di tutte, l’oclocrazia (óchlos, moltitudine, massa e krátos, potere), forma degenerativa di democrazia in cui la volontà delle masse è in mano a demagoghi che ne orientano perversamente, arbitrariamente, e per fini del tutto personali le opinioni e le scelte.
Nel discorso appassionato e nel contempo realistico del nostro Presidente Sergio Mattarella per la fine del 2023, visto da 10,6 milioni di telespettatori, con il 65% di share, c’è l’appello a reagire uniti e in modo solidale: “possiamo dare tutti qualcosa alla nostra Italia. Qualcosa d’importante. Con i nostri valori. Con la solidarietà di cui siamo capaci. Con la partecipazione attiva alla vita civile”. E ancora, continuando il Presidente sembra rivolgersi specificatamente a noi Oftalmologi quando soggiunge: “non dobbiamo farci vincere dalla rassegnazione o dall’indifferenza. Non dobbiamo chiuderci in noi stessi per timore che le impetuose novità che abbiamo davanti portino soltanto pericoli”.
E se tanto è valevole per rafforzare la democrazia della nostra nazione, ancor è maggiormente valido per incoraggiare il nostro spirito societario ad imboccare la porta della rinascita, a trovare la forza per rinsaldarsi, a riprendere, con decisione, la strada maestra della riunificazione.
La forma di governo che più di tutte esalta ed attua i principi della democrazia è la Repubblica in tutte le sue fattispecie. Repubblica, res publica, cosa pubblica, vuol dire lo stato è del popolo. E’ l’attuazione più piena e compiuta della democrazia; il potere è devoluto al popolo. La Repubblica si contrappone a tutte le forme di governo assoluto, al dispotismo, dove la figura di un sovrano, per discendenza o per colpo di stato, è capo incontrastato di una nazione. Dopo la caduta del muro di Berlino e il crollo dei regimi comunisti in Europa orientale, le democrazie liberali hanno avuto un momento di “defaillance”: si era diffusa l’opinione della vittoria definitiva della democrazia sui sistemi totalitari. Il saggio del noto politologo americano Francis Fukuyama “La fine della storia e l'ultimo uomo” teorizzava questo predominio, la definitiva vittoria della democrazia.
Aver allentato la costruzione e trascurato la tutela della democrazia ha avuto purtroppo come conseguenza la rinascita e la persistenza di forme dittatoriali, che anche nel vecchio continente si sono rafforzate come in molte altre parti del mondo. Il termine postdemocrazia, coniato dal politologo inglese Colin Crouch, descrive un sistema formalmente ancora democratico, nel quale tuttavia i processi comunicativi e decisionali vengono soppiantati da forme oligarchiche ed autoritarie. Questo vale per i sistemi di governo degli stati ma anche, e in modo più strisciante, per il mondo delle Associazioni.
La più grande forza della democrazia è la partecipazione attiva. Le associazioni, anch’esse espressione di processi democratici, spesso vivono di un dialogo esclusivamente verticistico, senza confronto con la base, staccandosi sempre più, e in modo evidente, dai principi fondanti ogni sodalizio umano. Il segreto per rafforzare e tutelare la democrazia anche nelle associazioni è coltivare ed attuare l’interlocuzione attiva con i vertici. E’ necessario interrogarli, chiedere conto del loro operato da pari a pari, pretendere i necessari riscontri per confermare la propria fiducia, oppure negarla definitivamente.
Con il dilagare del mondo digitale oggi tale controllo democratico è più facile, possibile, efficace, diretto e istantaneo. La diffusione telematica può influenzare velocemente le opinioni rimescolando le acque del consenso non attivo, che resta altrimenti placido, sonnolente, tacitamente acquiescente, che tutto permette, tutto tollera e, senza clamore, crea il terreno fertile per l’attecchimento del peggiore dispotismo.
Mai come in questo momento storico il mondo dell’Oftalmologia italiana è spazzato da venti di rinnovamento e si avvertono impellenti le istanze che si innalzano dalla base. Tutti siamo consapevoli, palesemente, di essere di fronte ad un cambiamento epocale, ad un momento in cui è necessario prendere grandi decisioni.
Eadem mutata resurgo, risorgo uguale eppur diversa. Questa locuzione scritta la prima volta da Descartes e, successivamente, fatta propria da Jakob Bernoulli che la definì spira mirabilis, la spirale meravigliosa, si ispira all’immagine vorticosa della crescita logaritmica, che spesso si ritrova anche in alcune formazioni fossili. E’ una figura metaforica che può rappresentare, forse più di altre, la rivoluzione che stiamo vivendo nell’Oftalmologia Italiana: la volontà di risorgere con rinnovato prestigio.